di Laura Rainone
– Si può tentare di comprendere il linguaggio delle emozioni anche osservando le scelte personali relativamente ad un prodotto, ad un marchio, ad un acquisto in generale? E quindi, fare bene marketing può significare parlare alla Persona, per coinvolgerla con narrazioni che rimandino a ricordi e suscitino interessanti connessioni con emozioni già vissute?
Per stabilire una proficua relazione con i clienti è necessario passare attraverso il rispetto nei confronti del consumatore. Diventa così possibile costruire una reputazione del marketing all’interno di una sorta di valore dei bisogni, di una responsabilità imprenditoriale attenta a generare profitto senza dimenticare di confrontarsi con le necessità di chi è dall’altra parte. Con parole diverse, ciò vuol dire saper sviluppare relazioni e costruire una comunicazione sana in grado di coinvolgere emotivamente il consumatore su prodotti e servizi che andrà a scegliere, o meglio, che sempre si ritroverà a scegliere.
La qualità espressiva di questo genere di comunicazione ha come risposta la qualità della percezione di quanto viene comunicato, e questo rende indispensabile riferirsi a quella speciale facoltà dell’uomo di rimandare ad esperienze già vissute: l’emozione suscitata da un prodotto è il riflesso di una rappresentazione che non ha bisogno di essere costruita razionalmente per essere acquisita dalla nostra sollecitazione emotiva, perché si basa sull’esperienza stessa di quel prodotto .
La comunicazione, ed i contenuti che attraverso questa vengono espressi, fa si che esigenze e comportamenti individuali possano essere confortati da un marketing che sia in grado di soddisfare necessità immediate, un marketing quindi che interagisca con quel livello cosiddetto irrazionale dei processi decisionali, dove una molteplicità di sensazioni va ad influire sulle nostre scelte.
Se l’imprenditorialità ha bisogno di passione e voglia di fare, è necessario ancor di più che ci sia competenza, conoscenza dei mercati, capacità organizzativa e operatività consapevole. E, in tale scenario, è fondamentale la gestione di un marketing responsabile e competitivo professionalmente. Efficienza e concretezza devono essere orientate sui binari della buona comunicazione e della qualità dell’offerta.
Le costanti innovazioni, peraltro, e prima fra tutte quella tecnologica che affianca di pari passo i cambiamenti culturali, aiutano ad appropriarsi di modi sempre nuovi di organizzare e progettare il lavoro e non possono, quindi, ignorare l’adeguamento verso una nuova sensibilità della fruizione del mercato e dei suoi prodotti e servizi. Le imprese potranno trarre solo vantaggi da un marketing, direbbe Giuseppe Morici, inteso come
attività generativa […], che vuole essere qualcosa in più di una visione creativa. Generativa in quanto attività umana che si prende cura della creazione di futuro”.